L’ex patron dell’Avellino e della Scandone, Gianandrea De Cesare è stato condannato dal Gup del Tribunale di Avellino, Giulia Argenio, nell’ambito dell’inchiesta “Sidigas“.
L’imprenditore napoletano, che nell’estate del 2018 fece rinascere il calcio ad Avellino dopo la mancata iscrizione dell’U.S. Avellino al campionato di Serie B, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.
L’inchiesta nata in seguito all’omesso versamento dell’IVA dal 2013 al 2018, per false comunicazioni sociali, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta di beni (questi i reati che pendevano su De Cesare), travolse anche l’Avellino calcio, all’epoca neo-promosso in Lega Pro, e la Scandone, auto-retrocessa in B e poi fallita l’anno dopo.
De Cesare, che è difeso, tra gli altri, dall’ex presidente dell’Avellino, Claudio Mauriello, aveva chiesto il rito abbreviato: rischiava una condanna leggermente più severa. L’accusa aveva chiesto 3 anni e 6 mesi.