Quella che prende formalmente il via oggi, con il ritiro di Palena, dovrà essere per l’Avellino la stagione del riscatto. Ritrovare il proprio status e recuperare l’ambizione perduta, dopo un campionato assai deludente, concluso nei bassifondi della classifica, è il leitmotiv che anima i pensieri di tutti i protagonisti del nuovo corso biancoverde, dal presidente D’Agostino a Perinetti, dai calciatori a Rastelli. Proprio quest’ultimo può forse avvertire meglio di chiunque altro cosa significhi questa corsa verso una riappropriazione, vista l’amarezza inaspettata che il suo ritorno in biancoverde gli ha riservato fino a qui. Protagonista di un triennio fantastico tra il 2012 e il 2015 – quando seppe ergersi a vera e propria “guida” e garante delle ambizioni della piazza – e accolto con grande entusiasmo al suo rientro, benché fosse reduce da qualche battuta a vuoto su altre panchine, l’anno scorso Rastelli non è riuscito nel suo intento di riprendersi Avellino. Ora però, ottenuta con voglia e determinazione la fiducia di Perinetti, il tecnico di Torre del Greco vuole la rivincita. Puntando su quattro concetti-chiave, quattro pilastri della sua visione calcistica, Rastelli può mettere nel mirino la sua mission: ritrovarsi, per sé stesso e per il lupo.
IL RITIRO
Lavorando a Palena, Rastelli potrà finalmente riassaporare una sensazione che non viveva dall’estate del 2019: quella del ritiro precampionato. Dopo essere subentrato in corsa con Spal, Pordenone e appunto Avellino – con tutte le difficoltà logistiche e strutturali che ne conseguono – l’allenatore potrà impostare sin dal giorno zero la stagione, certamente dal punto di vista della tattica, ma anche della gestione a 360° di tutti gli aspetti, compresi quelli relativi alle dinamiche del gruppo.
Un vantaggio di non poco conto, se si considera che in situazioni di questo tipo Rastelli non ha praticamente mai fallito – uniche eccezioni: Cagliari 2017 e Cremonese 2019 -, riuscendo a dare il meglio di sé, in particolare in Serie C. Il periodo del ritiro sarà per questo un asso che il mister proverà a calare per riscattarsi, come lui stesso aveva dichiarato nella conferenza stampa di un mese fa. «Sono contento – aveva sottolineato – perché il ritiro è la parte più importante della stagione, quella in cui l’allenatore può incidere maggiormente visto che non c’è l’ansia del risultato».
ROSA AMPIA
Al punto di cui sopra, in particolare alla questione della gestione a 360°, si lega strettamente il secondo, ossia quello della rosa ampia. Dall’alto della sua esperienza, Rastelli sa che per giocare un campionato di vertice ed essere competitivi su un periodo di nove mesi occorre un organico corposo, che sia in grado di dare garanzie tali da sopperire ad infortuni e cali di forma. Avere quindi una rosa lunga, con tanti calciatori affidabili, è per l’ex Cagliari un fattore fondamentale.
È un aspetto chiave, insomma, e non a caso Perinetti ha soddisfatto in pieno questa particolare richiesta dell’allenatore. Non solo nella sostanza ma anche nella forma, visto che già da oggi sarà a disposizione praticamente il 90% di quella che sarà l’ossatura della prossima stagione. Manca ancora qualcosa, ma nell’anno del riscatto Rastelli potrà contare su due titolari per ruolo. Un lusso di non poco conto per la C, un’altra carta da giocare al tavolo della rinascita.
FISICITÀ
È analizzando il mercato, quindi i nomi e i curricula dei nuovi acquisti, che emergono con forza gli ultimi due concetti-chiave su cui Rastelli ha deciso di far leva. Il primo è certo quello della fisicità. Dopo essersi lamentato per molti mesi, durante la scorsa stagione, dello scarso apporto, in termini di intensità, della sua squadra, l’allenatore classe ’68 ha chiesto e ottenuto gente dotata di un’ottima struttura fisica, ma soprattutto adatta ad un certo tipo di calcio.
Con una maggiore fisicità, e quindi una più accurata predisposizione ad un gioco intenso, l’allenatore biancoverde può sfruttare maggiormente il gioco uno contro uno, il gioco aereo – sono tantissime le partite che si decidono proprio in questo modo, in particolare su situazioni di palla inattiva – e sfruttare meglio le seconde palle. Con una squadra fisicamente prestante, dunque, i lupi avranno modo di andare a prendere gli avversari in un certo modo e anche di giocare lungo per sfruttare le sponde degli attaccanti e favorire così gli inserimenti dei centrocampisti, alcuni dei quali hanno nelle corde – come giocata migliore – proprio quella della finalizzazione.
ESPERIENZA… VINCENTE
Come si diceva sopra, è dal mercato che si evince anche il quarto dei concetti-chiave dell’Avellino 2023-2024 di Massimo Rastelli. Da sempre attento anche al lato psicologico e motivazionale dello sport, l’allenatore dei lupi sa che avere una certa predisposizione mentale alla vittoria può rivelarsi importante nell’inseguimento della stessa. Per questo, quasi per cancellare le scorie della stagione scorsa, dove la sconfitta era diventata quasi un’abitudine, ha voluto giocatori abituati a vincere.
Numeri alla mano – escludendo i giocatori in uscita e i trofei vinti nelle giovanili – sono 9 i calciatori in organico che hanno già centrato delle promozioni o sollevato trofei: Dall’Oglio (Brescia, Palermo), D’Angelo (Reggiana, nonostante la cessione a gennaio), Matera (Benevento), Marconi (Alessandria), Mazzocco (Padova) e appunto i nuovi Mulè (Catanzaro, nonostante addio a gennaio), Cancellotti (Pro Vercelli, Perugia), Lores Varela (Pisa) e Palmiero (Cosenza).
Una simile attitudine porta dunque mentalità, leadership ed esperienza. E, al di là di quella vincente, è proprio quest’ultima una ulteriore prerogativa che dà forza al desiderio di riscatto di Rastelli. Quella biancoverde è infatti ad oggi la rosa più esperta del girone C, con una media di presenze nel solo raggruppamento meridionale assai significativa.
È con queste carte, questo interessante poker, che Rastelli si giocherà il riscatto. È con queste carte che proverà a ritrovarsi.