Per centrare la finale, domenica al “Menti” l’Avellino dovrà sfornare una prestazione importante e superare anche un tabù che dura da oltre 16 anni. Tanto è infatti il tempo passato dall’ultimo gol dei lupi sul campo del Vicenza. A trovarlo fu l’attaccante cosentino Alessandro Pellicori, in biancoverde nella prima parte della stagione 2002-2003 e poi dal 2007 al gennaio 2009, oggi allenatore della Vastese.
A pochi giorni dalla gara di ritorno della semifinale playoff, l’ex attaccante ha concesso un’intervista a SportAvellino, soffermandosi su numerosi temi. Oltre al match di domenica, tra i punti toccati anche l’eredità dell’andata, il possibile impatto degli attaccanti e un dolce auspicio sul percorso biancoverde verso la B.
Avellino, l’intervista ad Alessandro Pellicori
Mister, quello da lei realizzato il 12 aprile 2008 è ad oggi l’ultimo gol siglato dall’Avellino al “Menti” di Vicenza. Cosa ricorda di quella rete?
«Ricordo che rubai palla e, dopo essere entrato in area, calciai. Fu un gol importante, all’epoca il Vicenza era una diretta concorrente per la salvezza (i biancorossi poi rimontarono, vincendo 2-1, ndr). Segnai proprio sotto i nostri tifosi, tra l’altro».
Domenica la squadra di Pazienza proverà a sfatare il tabù e a centrare la finale. A proposito, ha visto la gara d’andata? Che idea si è fatto?
«L’Avellino ha giocato una grande partita, surclassando il Vicenza sotto tutti i punti di vista: agonistico, tecnico e tattico. È stata una di quelle gare stregate in cui la palla non vuole entrare. Lo 0-0 lascia l’amaro in bocca, visto che se fosse finita 3-0 non ci sarebbe stato nulla di strano. Ora bisogna andare al “Menti” cercando di capitalizzare al meglio le occasioni create. Saranno importanti l’atteggiamento e la tenuta atletica della squadra e, da quel punto di vista, ho visto un Avellino che sta meglio del Vicenza».
Una prestazione come quella offerta al “Partenio” lascia in eredità di più in termini di consapevolezza della propria forza o di rammarico per non aver vinto?
«Sicuramente a fine partita ci sarà stato spazio per il rammarico, ma ora bisogna sfruttare il predominio avuto nei primi 90’ e avere la consapevolezza di poter battere il Vicenza al ritorno. Tutti parlavano della straordinaria solidità difensiva della squadra di Vecchi, ma con le numerose occasioni create l’Avellino ha dimostrato di poterli mettere in difficoltà. Perciò al “Menti” si può vincere, magari anche senza portarla ai supplementari».
«Gori e Patierno come me e Molino. I lupi hanno tutto per andare in B»
Nel primo round hanno pesato anche gli errori di Patierno e Marconi, con cui ha tra l’altro giocato a Grosseto. Come reagisce psicologicamente un bomber dopo episodi simili?
«Non bisogna più pensare agli errori fatti, bisogna solo metterci un po’ di concentrazione e cattiveria in più. Sono sicuro che sia Marconi che Patierno non si lasceranno condizionare, ma avranno anzi voglia di rifarsi».
Domenica, da allenatore, dal 1’ punterebbe nuovamente sulla coppia composta da Gori e Patierno?
«Lungi da me dare consigli a Pazienza, che è un allenatore bravissimo. Avendo visto la partita, però, darei fiducia a Gori e Patierno, anche perché il Vicenza in difesa ha giocatori molto forti fisicamente».
In un certo senso la coppia pesante ricorda un po’ quella che lei formò con Molino nella prima parte della stagione 2002-2003, non trova?
«Sì. Gigi preferiva fare da riferimento centrale, mentre io svariavo di più, visto che ero giovane. Patierno è molto bravo nel legare il gioco e nel cercare il compagno. In generale un attacco a due facilita di molto la manovra offensiva. L’Avellino poi può contare su molte altre risorse, come Russo, che mi è piaciuto tantissimo martedì».
Quanto può aiutare invece la leadership di giocatori del calibro di Cionek, Armellino e Rigione?
«Questa è la vera forza dell’Avellino. Avere tanti giocatori di esperienza, abituati a vivere questo tipo di partite, può dare qualcosa in più in termini di carisma e di consapevolezza».
È quindi ottimista per la qualificazione? Quanto le farebbe piacere rivedere l’Avellino in Serie B?
«Faccio un tifo sfegatato per l’Avellino e spero vivamente che possa vincere i playoff. Credo che la squadra abbia superato l’handicap del lungo periodo di inattività e abbia preso lo slancio, anche fisico, per poter arrivare fino in fondo. Ovviamente non sarà facile, ma penso che i lupi abbiano tutto per farcela. Poi nel calcio ci vuole anche un po’ di fortuna e, da questo punto di vista, dopo martedì, l’Avellino è in credito».
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