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Nel cuore del lupo. La rivincita di Palmiero, imprescindibile per l’Avellino

Il numero 6 è un punto cardine della crescita del lupo

Tra i tanti spunti offerti, la stagione dell’Avellino ha visto emergere una verità incontrovertibile: la centralità di Luca Palmiero nel sistema di gioco della squadra. Dopo una prima annata in chiaroscuro, vissuta tra alti e bassi, il centrocampista campano è diventato una figura chiave per il lupo, soprattutto per la sua capacità di incidere in entrambe le fasi e di garantire un equilibrio fondamentale dal punto di vista tattico.

Palmiero, il contributo in fase di possesso

Il numero 6 si distingue anzitutto per la sua capacità di gestire il gioco con autorevolezza e lucidità. Con una media di 41,96 passaggi riusciti a partita e una precisione pari all’83,2%, l’ex centrocampista del Pescara è una delle principali fonti di ispirazione per la manovra offensiva dell’Avellino. Il classe ’96 detta i tempi e sceglie l’impostazione di base delle azioni, sfruttando prevalentemente la sua abilità nel palleggio.

Oltre che nel distribuire sapientemente il pallone, da segnalare pure i 23 passaggi chiave registrati in stagione, Palmiero è abile anche nella protezione del pallone e nella gestione del pressing. Grazie ad un senso della posizione particolarmente spiccato, il centrocampista biancoverde riesce a orientare il possesso anche nelle situazioni più intricate, agendo quindi da regista arretrato moderno e rivelandosi prezioso – proprio per la sua essenzialità – per lo stile di gioco imposto da Biancolino.

L’impatto in fase di non possesso

Preziosissimo in fase di possesso, è tuttavia in quella di non possesso che il contributo di Palmiero diventa ancora più evidente. Con una media di 2,88 intercetti a partita, il centrocampista biancoverde è importantissimo in termini di recupero palla, aspetto nel quale riesce a fare davvero la differenza. La sua lettura del gioco e il senso della posizione di cui sopra lo rendono in definitiva un elemento cruciale per spezzare le trame offensive delle formazioni avversarie.

Unitamente a ciò, la sua dote nel coprire ampie porzioni di campo e la predisposizione alla copertura costante si rivelano decisivi per gli equilibri difensivi (e non) della squadra di Biancolino. Grazie alla presenza del numero 6, e alla sua abilità nel chiudere le linee di passaggio e nel contrastare le ripartenze, in sostanza, la formazione irpina riesce ad avere compattezza e solidità: è per questo che il “Pitone” non può e non vuole mai farne a meno.

Palmiero

Un leader silenzioso e imprescindibile

L’impatto di Palmiero sull’Avellino è confermato da un dato piuttosto emblematico: due delle tre sconfitte in campionato del lupo (Picerno e Foggia) sono avvenute in sua assenza. La sua defezione si traduce in una perdita di fluidità di gioco e, al contempo, in una maggiore vulnerabilità difensiva. La sua presenza in campo è quindi determinante per dare alla squadra sicurezza e stabilità in entrambe le fasi.

Nonostante sia magari poco appariscente, anche nei modi, Palmiero è un leader. La sua visione tattica e la continuità di rendimento mostrata nell’arco della stagione lo rendono un elemento imprescindibile per il successo della squadra, oltre che un punto fermo per il presente e per il futuro del club. Dopo un lungo percorso, forte di un contratto fino al 2026, Palmiero è saldo nel cuore del lupo ed è determinato a rimanerci ancora a lungo.


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