“Il Südtirol? Penso sia la squadra più forte che potevamo prendere”. Durante la conferenza stampa di questa mattina, il tecnico dell’Avellino Piero Braglia non ha usato mezze misure per esprimere la sua stima e il suo rispetto nei confronti del prossimo avversario dei lupi. L’allenatore biancoverde considera la formazione altoatesina una delle più attrezzate, ben allenata, con giocatori di qualità ed esperienza. Al rammarico per quello che Braglia reputa un sorteggio poco fortunato, però, si accompagna anche un altro fattore, più emotivo e meno razionale, legato al recente passato della guida tecnica dell’Avellino.
Già vincitore di 3 spareggi promozione nella sua carriera, mister Braglia può infatti guardare al Südtirol come ad un messaggio della storia, uno di quegli eventi che si ripropongono con la loro forza benevola. In occasione della splendida cavalcata del 2018 con il Cosenza, trascinato in B partendo da un insperato ottavo posto, Braglia sfidò proprio il Südtirol in una doppia semifinale passata alla storia.
Allora i lupi di Cosenza giocarono la gara d’andata al “Druso” di Bolzano, perdendo 1-0, ma riuscirono poi a ribaltare la contesa con un 2-0 tutto grinta e passione. A tenere viva quella pagina di storia non ci sono solo Braglia e il Südtirol, ma anche elementi come Vinetot, Tait e Fink, che militano ancora tra i biancorossi.
Già allora il tecnico biancoverde piazzò l’impresa ribaltando una situazione di svantaggio creatasi sul campo, all’andata; stavolta dovrà fare lo stesso per evitare l’eliminazione in virtù dello status di testa di serie di cui godono gli altoatesini. A far sorridere il tecnico e ad accompagnarlo in questa sua missione c’è però l’affascinante e potente forza della storia. Può sembrare retorica, ma chissà che questo nuovo incontro-scontro con il Südtirol non possa rappresentare nuovamente una tappa obbligata verso la B per mister Braglia.