Nel deludente esordio in campionato dell’Avellino c’è un fotogramma che, più di ogni altro, racchiude in sé tutta l’evanescenza biancoverde. 8′ del primo tempo, un lancio mette in difficoltà la retroguardia del Latina, Marconi ha la grande occasione per colpire da buona posizione. Sulla conclusione, però, l’attaccante spedisce alto il pallone e così devitalizza d’un colpo la positiva elettricità che avvolgeva il “Partenio-Lombardi”.
Nel giorno della ripartenza, dei buoni auspici e delle rinnovate promesse, a tradire il lupo è stato proprio il numero 31, l’uomo individuato da Rastelli nello scorso mese di gennaio come quello destinato a guidare la svolta. Un ruolo e una responsabilità che hanno evidentemente sovraccaricato di pressioni Marconi, autore di un brillante esordio a Potenza – con doppietta – e poi mai più capace di tirare fuori il coniglio dal cilindro.
Frenato dal peso delle aspettative, l’ex Sudtirol non è riuscito sin qui ad offrire il contributo sperato, attirando anzi dubbi e perplessità sulla capacità di cambiare il corso della sua esperienza in biancoverde. Ma il calcio, come la vita, sa disegnare intrecci e traiettorie strane e imprevedibili. A volte può bastare poco, un semplice incastro, per far scattare la scintilla.
Ed è proprio lunedì sera, al “Romeo Menti” di Castellammare, che Marconi andrà alla ricerca della sua personalissima svolta. Proprio in quello stadio, infatti, l’attaccante dei lupi trovò la prima rete in carriera in Serie B, con la maglia del Pisa, il 19 settembre 2019. Quella B abbandonata per sposare il progetto Avellino; quella B che, nel progetto Avellino, rappresenta l’obiettivo. Una “B” perduta – anche nell’accezione di bomber, se si pensa che il gol manca dallo scorso 12 marzo – ma che Marconi vuole ora provare a riavvicinare. Lì dove tutto era cominciato. Dal “Menti” al “Menti”. E se fosse un nuovo inizio?