Quando ieri si è diffusa la notizia dell’improvvisa scomparsa di Mimmo Cecere, la prima reazione è stata di totale incredulità. Con il passare dei secondi, lo choc ha fatto spazio al dolore, alla sensazione di sangue gelato nelle vene. Inevitabile quando si parla di un uomo di cinquanta anni che perde la vita così, da un momento all’altro. Ancor più inevitabile, da parte dei tifosi biancoverdi, se si parla di un uomo come Mimmo, capace di incarnare e difendere con tutto se stesso i valori della gloriosa maglia dell’Avellino. Eroe di due promozioni indimenticabili, quelle del 2003 e del 2005, in Irpinia Cecere aveva conquistato tutti non solo con le sue parate, che lo hanno portato di diritto ad essere il miglior estremo difensore passato al “Partenio” negli ultimi venti anni, ma anche con il carattere e la grinta di un leader nato, riferimento importante di un gruppo affamato e vincente. Anche dopo la fine della sua carriera da calciatore, Mimmo non aveva smesso di seguire le sorti della formazione biancoverde, con l’occhio attento di chi per quella maglia aveva versato sangue e sudore. Il ricordo di quei giorni, l’esempio dell’uomo e l’affetto maturato nei suoi confronti non andranno via. Resteranno qui a proteggerci, come era solito fare lui tra i pali. Ciao Mimmo. Avellino non ti dimenticherà.
