Avellino, Gautieri: “Non possiamo aspettarci gli applausi se perdiamo, dobbiamo dare qualcosa in più”
Ecco cosa ha detto l'allenatore della compagine biancoverde
Altra sconfitta casalinga per l’Avellino. Quest’oggi, nel match di recupero della ventinovesima giornata, il Catania espugna di misura (0-1) il Partenio. Ai margini dell’incontro il tecnico della formazione avellinese Carmine Gautieri ha commentato la gara.
“Non è arrivata la risposta. Nel secondo tempo abbiamo fatto poco, nel primo abbiamo peccato nei soliti errori sotto porta perché siamo arrivati tanti volte e abbiamo sbagliata la scelta. Tutti ci aspettavamo qualcosa in più, io e anche i calciatori. Dobbiamo dare qualcosa in più per cambiare questo periodo non positivo. Stiamo lavorando sotto tanti aspetti, stiamo lavorando sotto l’aspetto fisico, sotto l’aspetto tecnico. Normale che 1 punto in tre partite in casa è poco, questo lo sappiamo. Quello che penso è che questa squadra qui deve rischiare, al primo errore ci disuniamo e questo non deve succedere perché poi ti porta a quello che è successo oggi. Questa squadra deve lavorare sulle certezze e sulla serenità. Devono capire che abbiamo un obiettivo importante e questo dipende solo da noi. C’è normale preoccupazione per il momento e per le assenze, ma non dobbiamo trovare alibi: abbiamo un’opportunità importante e non dobbiamo farcela sfuggire. Dipende solo da noi, se noi capiamo cosa vogliamo allora raggiungeremo l’obiettivo e ce la giocheremo fino alla fine altrimenti si fa fatica.
Sull’ingresso in campo di Plescia: “Ho pensato di metterlo in quel momento perché loro sono rimasti in 10 ed ho provato a fare il 4-3-3 per aprirli ed avere l’inserimento degli interni. Abbiamo messo 5 attaccanti“.
Sui tifosi: “Pagano il biglietto e fischiano perché non sono contenti. Vanno rispettati, dobbiamo fare qualcosa in più per portarli dalla nostra parte. Questo lo dobbiamo fare da domenica prossima, non possiamo aspettarci gli applausi se perdiamo. Loro ci hanno incitato fino alla fine ma poi hanno espresso il loro malumore”.