Vincere… o cambiare. Seppure la stagione sia cominciata da meno di un mese, per l’Avellino arriva già il primo fondamentale bivio dell’anno. Per dare continuità al lavoro di Pazienza, e non ritrovarsi nella spiacevole condizione di ripartire nuovamente da zero, per l’ennesima svolta nell’ultimo periodo, la formazione biancoverde deve conquistare i tre punti e mostrare una sterzata decisa rispetto alle prime due prestazioni. Farlo non sarà semplice, visto che al “Partenio-Lombardi” arriverà la capolista, il Cerignola di Raffaele, ma sarà altrettanto doveroso. Vincere… o cambiare: non esistono vie di mezzo.
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Verso Avellino-Cerignola
I lupi si presentano alla sfida di domani con le ossa rotte, sia in termini di classifica che dal punto di vista delle statistiche. Oltre ad aver racimolato appena 1 punto nelle prime 2 gare stagionali, gli uomini di Pazienza hanno infatti accumulato una serie considerevole di numeri negativi. Tra questi va citato senza dubbio il dato relativo alla fase difensiva: i lupi subiscono reti da 5 gare consecutive e non sono mai riusciti in stagione a tenere inviolata la propria porta.
È diametralmente opposto il rendimento del Cerignola. La formazione gialloblù vanta il secondo miglior attacco del girone C – solo il Picerno ha segnato di più, 7 gol contro 6 – e in 6 delle ultime 8 gare si è portata in vantaggio, incanalando così il match e non prestando praticamente mail il fianco agli avversari. La solidità mentale e la varietà di soluzioni a disposizione della squadra pugliese preoccupa non poco i lupi che, però, come detto, al di là del valore dell’avversario, non possono più concedersi il lusso di lasciare punti per strada.
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Questione di carattere
Quando la posizione di un allenatore è così in bilico da arrivare ad accarezzare la fantomatica idea dell’ultima spiaggia, è evidente che la situazione sia già in parte compromessa. Ne è consapevole Perinetti, lo sa Pazienza e ne sono a conoscenza anche i calciatori. Al netto delle responsabilità della parte tecnica, però, un organico di un simile spessore – e con un curriculum così importante – non può essere esente da colpe.
Quello che si chiede ai calciatori è pertanto di mettere in campo un atteggiamento diverso rispetto a quello mostrato nelle prime due apparizioni in campionato. Perché se è vero che l’assenza di equilibri e la confusione tattica possono essere dei seri impedimenti, è giusto anche sottolineare come pure le motivazioni possano giocare un ruolo decisivo.
I ragazzi biancoverdi sono dunque chiamati prima di tutto ad offrire una reazione di carattere, la prima pietra per provare a sigillare un nuovo inizio, a prescindere da quello che sarà il futuro in panchina. Avellino è una piazza abituata a soffrire, ma anche a vedere i propri idoli dare tutto in mezzo al campo. Rappresentare degnamente quel lupo che si porta sul petto è la prima e forse unica condizione richiesta dal tifo. È da lì che bisogna ripartire. È da lì che bisogna farlo subito.
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Pazienza, dentro o fuori
Detto dei calciatori e della necessità di imprimere una svolta in termini di attitudine, è indubbio che nella gara di domani i principali riflettori saranno accesi su mister Pazienza. Il tecnico di San Severo sa di giocarsi tutto e, dopo aver fortemente voluto questa panchina, avallando in estate anche qualche scelta di mercato non proprio affine alle sue idee, vuole assolutamente provare a difendersi.
Arrivato più o meno un anno fa in Irpinia come uno dei migliori giovani allenatori della categoria, nel giorno in cui festeggerà la sua cinquantesima presenza sulla panchina dell’Avellino, Pazienza sarà chiamato a dare una svolta al suo cammino, magari ritrovando quel coraggio (tattico e non solo) che l’anno scorso gli aveva permesso di fare breccia nel cuore dei tifosi e di risollevare una situazione difficile.
Gli allenatori sono condannati per costituzione a vivere momenti simili e a dover lottare con fantasmi e ostacoli di varia natura. Passare attraverso certe difficoltà forgia però l’anima e rende più forti; la tempesta può servire ad imparare e a diventare migliori. È con questo spirito che Pazienza dovrà vivere la gara di domani: con l’idea di poter ancora salvare il suo lavoro e, addirittura, di potergli imprimere quel marchio decisivo per tentare il salto di qualità. Vincere… o cambiare, ma anche cambiare per vincere. Tocca (anche) al tecnico decidere quale strada imboccare.
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