Un Avellino… indifeso. Solo una squadra in Italia concede di più

La difesa biancoverde è in affanno: serve invertire il trend

Il campionato dell’Avellino si è aperto sotto diversi punti interrogativi. Con 1 punto in 2 partite i lupi hanno fatto registrare una falsa partenza, che ha già sollevato svariate polemiche e ha reso decisamente meno salda la posizione di Pazienza. Tra le ragioni di una simile difficoltà c’è anche e soprattutto il rendimento difensivo. In 2 gare, l’Avellino ha già subito 5 gol ed è tra le squadre più battute d’Italia.

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Difesa, allarme rosso

Per quanto il campione di gare sia ancora parecchio limitato, la statistica difensiva dei lupi è da incubo. Le 5 reti subite rendono la squadra di Pazienza una delle più battute dell’intero panorama calcistico italiano, con una media di 2,5 gol concessi ogni 90’.

Soltanto la Juventus Next Gen ha per il momento fatto peggio (6; media: 3 a gara), mentre Legnago, Spal e Trapani hanno subito lo stesso numero di reti di Iannarilli e compagni.

A rendere più preoccupante il dato, poi, c’è la lunghezza della striscia negativa. L’Avellino non ha infatti sofferto soltanto nelle prime 2 giornate di campionato, ma sta palesando questa difficoltà sin dall’inizio della stagione. Contando anche la Coppa Italia di A e quella di C, sono 11 le reti totali subite e 5 le gare consecutive concluse senza mai tenere la rete inviolata.

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Le ragioni dell’affanno

Le ragioni di una simile difficoltà sono molteplici. Oltre alla passività della fase difensiva, il motivo dell’elevato numero di gol concessi sta nel mancato equilibrio della formazione biancoverde. Sono in primis le caratteristiche dei calciatori a rendere “leggero” l’approccio in fase di non possesso dei lupi, che così si ritrovano in grossa difficoltà quando il pallone è degli avversari.

L’assenza di centrocampisti abituati a fare filtro e le caratteristiche “dinamiche” dei tre difensori – con Armellino adattato da centrale e i due braccetti che nascono come terzini – sono aspetti che rendono vulnerabile la compagine di Pazienza, soprattutto quando viene attaccata a campo aperto. Una soluzione più ragionata, magari con l’utilizzo di un centrocampista più propenso alla fase difensiva come Rocca, oltre a quello di Enrici al posto di Frascatore, potrebbe essere la mossa per provare a ritrovare stabilità.

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La necessità di invertire la rotta

A prescindere da quello che succederà con Pazienza, l’Avellino ha il dovere di considerare la ricerca della stabilità difensiva la priorità assoluta del proprio cammino. Soltanto sistemando la difesa e concedendo meno – a proposito, a preoccupare non è solo il numero di gol presi ma anche la quantità di occasioni concesse – la squadra biancoverde può sperare di competere per la vittoria de campionato.

A dirlo è la storia del girone C di Serie C. Negli ultimi tre anni (Juve Stabia 24, Catanzaro 21, Bari 26) la squadra promossa ha sempre avuto la miglior difesa del torneo. Come spesso succede in Italia, dunque, anche in C per vincere bisogna innanzitutto abbassare la serranda. Dovrà farlo anche l’Avellino, pure con una certa urgenza, quindi, per rientrare nei giochi che contano.


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