Nell’ottobre del 1980, l’allora presidente dell’Avellino, Antonio Sibilia, i reca accompagnato dall’allora calciatore brasiliano Juary a una delle tante udienze del processo che vede imputato raffaele Cutolo, capo incontrastato della Nuova Camorra Organizzata. Durante una pausa saluta il boss con tre baci sulla guancia e gli consegna, tramite Juary, una medaglia d’oro con dedica («A Raffaele Cutolo dall’Avellino calcio»). Giustificherà il suo omaggio con queste parole: Cutolo è un supertifoso dell’Avellino: non è una mia mia iniziativa ma di tutto il consiglio di amministrazione.
L’intera vicenda suscita l’interesse giornalistico di Necco, che ne parlerà a 90^ minuto. Il 29 novembre 1981 il giornalista viene gambizzato in un ristorante di Avellino per mano di tre uomini inviati da Vincenzo Casillo detto ‘O Nirone, luogotenente di Cutolo fuori dal carcere.