“Caro direttore,
per una volta posso essere (parzialmente) in disaccordo con te? Lo faccio e provo a spiegarti il motivo. È vero, a La Spezia l’arbitraggio non è stato favorevole, per usare un eufemismo, ma cavalcare la cultura del sospetto mi risulta difficile. Forse perché vivo in un Paese e in una realtà dove siamo un po’ più fatalisti (ma tu potresti trasformare l’aggettivo in ingenui), dove ce la prendiamo con gli arbitri e col sistema, ma poi alla fine arriviamo a concludere che sull’arco di una stagione torti e favori si accavallano e si compensano. E dove prendiamo atto della serietà delle squadre, che giocano fino alla fine anche quando le motivazioni sono scemate. E dove, soprattutto, non ci ritroviamo con sistematica e mortificante regolarità a dover convivere con gente che tarocca le partite o prova a farlo.
Questo per dire, caro direttore, che associare un paio di episodi arbitrali sfavorevoli alla capacità dell’avvocato Chiacchio di mettere in ridicolo il sistema facendo spostare il processo che dovrebbe portare ad una penalità contro l’US Avellino lo trovo un po’ pretestuoso. Secondo me col Perugia abbiamo perso perché loro andavano il doppio. E sabato perché sui due gol subiti abbiamo fatto una figura barbina, nel contesto di una partita in cui loro hanno fatto meglio. Che poi gli errori arbitrali ci siano stati resta un dato di fatto: soprattutto il rigore negato al 94’ è grave. Tanto quanto l’harakiri di Radunovic sul loro pareggio.
Accettiamo insomma questo calo fisiologico: ci può stare. Perché rincorrere e risalire ti prosciuga la testa prima ancora del fisico. A maggior ragione dal momento che Novellino si fida solo di 13-14 elementi (aspetto che avevo già evidenziato qualche settimana fa) e dunque è naturale essere stanchi. Se la penalizzazione non supererà i 3-4 punti sono convinto che ci salveremo. Ma non pensiamo ad altro: non c’è la struttura per fare i playoffs. Così almeno la vedo io”.
di Omar Gargantini