Calcio e religione: da Baggio a Weah, i 10 calciatori più devoti

Chi l’ha detto che calcio e religione sono due aspetti inconciliabili? Il mondo del pallone è infatti pieno di calciatori devoti. Di uomini che, prima di un match, preferiscono pregare anziché ascoltare musica. E che dopo un gol alzano le braccia e gli occhi al cielo per ringraziare il proprio Dio. L’esultanza dell’ex romanista Daniele Verde che ha mostrato la maglia con scritto “Gesù ti amo” dopo aver sbloccato la gara tra Avellino e Pro Vercelli, è soltanto l’ultimo esempio del rapporto esistente tra questi due mondi spesso apparentemente inconciliabili. Andiamo a scoprire dunque 10 tra i calciatori che non hanno mai nascosto la loro devozione e la loro vicinanza al proprio Dio.

[tps_title]1) George Weah[/tps_title]

“È Dio che ci ha creato, è lui che mi ha permesso di fare quello che ho fatto e che sto facendo, è a lui che ogni giorno devo dire grazie”. L’ex attaccante musulmano del Milan non ha mai nascosto la sua fede (pregava anche in mezzo al campo) e lo ha ribadito anche in occasione del suo cinquantesimo compleanno nella sua intervista alla Gazzetta.

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[tps_title]2) Marcelo Salas[/tps_title]

Anche il Matador, ex attaccante di Lazio e Juventus, non ha mai fatto mistero della sua fede. Ad ogni gol si inginocchiava e si faceva il segno della croce. “Voglio parlare di Dio in ogni occasione”. Anche dopo un gol. Salas, inoltre, ha dichiarato anche di “parlare con Dio fin da quando era bambino”. Un bomber col Signore nel cuore.

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[tps_title]3) Roberto Baggio[/tps_title]

In un momento particolare della sua vita calcistica, Baggio ritrova la serenità interiore grazie alla religione buddhista. Una conversione che fa discutere. Addirittura i gesuiti della rivista Civiltà Cattolica ipotizzarono la scomunica del fantasista per apostasia. Ma Baggio rimase indifferente: Buddha gli aveva cambiato la vita.

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[tps_title]4) Taribo West[/tps_title]

Riguardo alla fede di West, anche lui musulmano come Weah, circola un curioso aneddoto. Qualche anno fa, infatti, Javier Zanetti dichiarò di aver ricevuto un invito a cena da parte del terzino nigeriano. “Preghiamo un po’ e poi mangiamo”. Erano le sette, la cena cominciò dopo la mezzanotte. Oggi West è un predicatore evangelico.

[tps_title]5) Lorenzo Minotti[/tps_title]

Ha intrapreso uno “straordinario cammino di fede”, assieme agli ex compagni Apolloni e Bucci, anche l’ex capitano del Parma Minotti. La svolta arrivò durante un allenamento. Un tizio sconosciuto si presentò a Collecchio e distribuì ai giocatori un santino con la scritta “Gesù amami come sono”. Il Parma cominciò a volare. Minotti, da allora, va tutte le mattine a messa. “Quel fatto mi ha veramente cambiato il cuore”.


[tps_title]6) Ricardo Kakà[/tps_title]

Dici calciatori devoti e inevitabilmente pensi a Kakà. Atleta di Cristo, arrivato vergine al matrimonio, Kakà ha dedicato tutta la sua vita alla fede. La scintilla si accende nel 2000, quando Ricky si ruppe la sesta vertebra cervicale ma miracolosamente non rimase paralizzato. Da allora Kakà ha vissuto la sua vita e la sua carriera come un dono di Dio. L’espressione “I belong to Jesus”, come recita la sua maglietta, è emblematica in tal senso.

7) Nicola Legrottaglie

Legrottaglie ha intrapreso la via della perdizione quando a Siena incontra Tomas Guzman, che gli fa conoscere la Bibbia. Da allora Nicola riprende per mano la sua vita e la sua carriera. L’ex difensore della Juventus ha piantato la bandiera della fede in ogni posto in cui ha giocato, guidando molti suoi compagni ad intraprendere un intenso cammino spirituale.



[tps_title]8) Gaetano D’Agostino[/tps_title]

Da qualche anno, dopo aver vissuto un momento difficile della propria vita, anche D’Agostino è tra gli “Atleti di Cristo”. Una preghiera al telefono con Legrottaglie e così la fede gli apre gli occhi. “È stato come passare dall’essere ragazzo a diventare uomo. Mi ha fatto capire il vero senso della vita e mi aiuta quotidianamente ad accettare le sfide di ogni giorno”.


[tps_title]9) Edinson Cavani[/tps_title]

Le sue braccia allargate dopo ogni gol sono il suo personale ringraziamento a Dio. Un Dio che Cavani ha sposato nel 2007, che gli permette di non avere mai paura e che gli “ha sempre indicato la scelta giusta”. Come quando scelse Napoli, squadra che ne ha cambiato il destino professionale.

 


[tps_title]10) Daniele Verde[/tps_title]

Alla prima partita da titolare in biancoverde Verde ha regalato una doppietta e giocate d’alta scuola. Dopo il primo sigillo, via la maglia e spazio alla t-shirt con su la scritta “Gesù ti amo”. Già da un paio di settimane il gioiellino scuola Roma si è avvicinato alla fede anche su Instagram, dove accompagna le sue foto proprio con l’hashtag #Gesùtiamo. Chissà che questo percorso spirituale non possa aiutarlo ad esplodere definitivamente nel grande calcio.

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