Avellino, anatomia di un rimpianto. Con Novellino dall’inizio…

Spesso paragonare l’operato di due allenatori con la stessa squadra può essere poco giusto e poco attendibile. Troppe le variabili che intervengono: lo stato di forma dei calciatori, sia dei propri che degli avversari, il momento della stagione e svariati altri dettagli. Quando però la differenza è così evidente, come nel caso del confronto Toscano-Novellino, non ci può essere spazio per i dubbi. Al punto che i tifosi si chiedono dove sarebbero oggi Ardemagni e compagni se Novellino fosse salito in sella sin dall’inizio del campionato. Analizzando i numeri, infatti, balza immediatamente all’occhio come il tecnico nativo di Montemarano abbia fatto registrare una decisa accelerata al cammino biancoverde rispetto a quanto fatto dal suo predecessore. Basti pensare che al suo arrivo l’Avellino occupava la quartultima posizione e ora, dopo neanche tre mesi dal suo insediamento, si ritrova al tredicesimo posto e addirittura a 5 lunghezze dalla zona playoff. A testimoniare il cambio di passo, naturalmente, non ci sono soltanto i punti raccolti. Novellino è riuscito a dare la svolta dando consistenza alla fase difensiva e sbloccando la squadra in zona gol. Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio i ruolini di marcia dei due allenatori.

VAI A MEDIA PUNTI

[tps_title]Media punti[/tps_title]

Novellino in 10 gare sulla panchina biancoverde ha collezionato gli stessi punti (16) raccolti da Toscano in 16 giornate. La media punti è dunque quasi stata raddoppiata. Quella di Toscano si aggirava per la precisione sul punto a partita, una media effettivamente da retrocessione. Con Novellino invece la media punti è di 1,6 a partita. Una media addirittura superiore a quella che Novellino aveva mantenuto nelle sue precedenti esperienze in cadetteria (1,53, ndr). Con questi numeri dall’inizio della stagione l’Avellino attualmente avrebbe avuto 42 punti e sarebbe stato in piena zona playoff. Un buon motivo per avere un mucchio di rimpianti. Se non altro per il mancato allontanamento di Toscano dopo la debacle di Ferrara.

 

VAI A CONFRONTO ATTACCO

[tps_title]Attacco rigenerato[/tps_title]

La differenza tra i due è schiacciante anche per quanto riguarda la media gol fatti. Se con Toscano vedere la porta avversaria era quasi un miraggio (solo 9 realizzazioni in 16 gare per una media di 0,56 e appena 6 marcatori diversi), con Novellino la musica è cambiata. I gol realizzati in 10 partite sono stati 15 (media:1,5) e gli uomini mandati in rete sono stati 8. Volendo aumentare i rimpianti, con questa media reti dall’inizio del torneo l’attacco biancoverde avrebbe realizzato 39 gol e sarebbe stato tra i migliori della categoria. Senza fare voli pindarici e restando ancorati alla realtà, quel che è da evidenziare è in particolare il rendimento di Ardemagni e Verde. In difficoltà o ai margini con Toscano i due sono diventati imprescindibili per Novellino. Verde (4 gol in 10 gare) ha trascinato i lupi soprattutto nel mese di dicembre, mentre Ardemagni è il leader incontrastato del 2017 biancoverde (5 centri con Novellino in panchina, 4 nel nuovo anno).

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VAI A CONFRONTO DIFESA

[tps_title]Difesa sistemata[/tps_title]

La forbice tra i due tecnici è ampia anche per quanto riguarda la tenuta difensiva delle rispettive retroguardie. La difesa di Toscano, che ha alternato nella sua esperienza irpina la linea a 3 a quella a 4, ha subito 21 reti (media di 1,31 a partita). Quella di Novellino, invece, ne ha subite appena 10 in altrettante gare. Merito del definitivo passaggio a 4, dell’esplosione di Djimsiti e dell’utilizzo di Jidayi (a dire il vero a lungo indisponibile durante la gestione Toscano) al fianco del colosso albanese. Volendo giocare ancora con i numeri, con Novellino dall’inizio e con questa solidità difensiva l’Avellino avrebbe concesso agli avversari solo 26 reti e sarebbe stato, anche in questo caso, tra le migliori compagini della B. Proiezioni idealistiche e rimpianti a parte, c’è da ringraziare Novellino per aver ridato entusiasmo ad una piazza mortificata dal deludente avvio di stagione. E c’è da sperare che si possa andare avanti così. Le ragioni (i numeri) per essere speranzosi ci sono tutte.

 

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