La mini-rivoluzione di Walter Novellino produce i suoi frutti e a Novara per l’Avellino arriva la prima vittoria stagionale lontano dal Partenio-Lombardi.
Il primo successo esterno, tanto atteso, passa per una serie di fattori e di cambiamenti rispetto alle precedenti uscite in trasferta: in primis il cambio di modulo, con il passaggio dal 4-4-1-1 al più classico 4-4-2, con l’inserimento dal primo minuto di Raul Asencio al posto di Morosini. Il giovane attaccante spagnolo classe ’98 ha disputato un’ottima partita, agendo in coppia con Ardemagni e fornendogli l’adeguata assistenza in reparto, andando alla ricerca dei palloni alti e indirizzandoli verso il numero 9 biancoverde, come in occasione del gol del raddoppio, nato proprio da una spizzata di Asencio che ha spalancato la via del gol al suo compagno il quale, partito in posizione sospetta di fuorigioco, ha superato il portiere del Novara con un destro piazzato. Quindi il maggior peso in attacco è stato fondamentale per raggiungere la vittoria, in quanto la difesa novarese ha dovuto vedersela contro due attaccanti di peso, mentre contro Cremonese e Cesena il solo Ardemagni veniva spesso ingabbiato dalle retroguardie avversarie.
Completamente rimodernata è stata la corsia di sinistra, che ha visto il ritorno in campo dopo due giornate di assenza di Simone Rizzato. Il terzino ex Trapani si è ripreso il posto negli 11 titolari, andando ad occupare il suo ruolo di competenza, scatenando così un effetto domino a centrocampo. Laverone alto a destra, preferito a Bidauoi, e Molina sulla corsia di sinistra. E proprio dalla corsia di sinistra che l’Avellino ha affondato di più, con uno scatenato e incontenibile Molina, autore anche dell’assist per il primo gol dei lupi, ma un po’ distratto nella marcatura su Maniero che di testa ha siglato il gol che ha riacceso le speranze del Novara nel finale.
Nonostante la leggerezza commessa in occasione del gol subito, la squadra ha dimostrato una buona solidità difensiva, con i due centrali di difesa Migliorini e Kresic padroni assoluti della propria area di rigore. Solidità costruita anche grazie all’apporto dei due centrocampisti centrali: Paghera, esordio dal primo minuto in questa stagione, e Di Tacchio hanno contrastato efficacemente le iniziative dei piemontesi recuperando molti palloni a centrocampo.
L’Avellino torna quindi a vincere fuori casa (ultima vittoria a Pisa il 17 aprile, 0-1 goal di Laverone, n.d.r.) e sfata il tabù del Silvio Piola: nei tre incontri precedenti, infatti, mai l’Avellino era riuscita a strappare anche solo un pareggio, uscendone anche con le ossa rotte come in occasione del 4-1 della stagione 2015/2016.