Secondo un vecchio adagio, nella vita non è importante cosa succede, quanto il modo in cui reagiamo agli eventi. Michele Pazienza deve averci pensato spesso negli ultimi giorni, nel percorso di avvicinamento alla sfida tra Avellino e Potenza.
Dopo il primo ko con il Messina – intervallato dal passaggio del turno in Coppa Italia -, il tecnico biancoverde ha dovuto infatti fare i conti con l’emergenza infortuni, che ha decimato la lista degli uomini a disposizione e complicato il suo piano di rilancio.
È muovendosi tra le difficoltà, imparando a gestire l’imprevedibile, che Pazienza dovrà forgiare l’identità del suo Avellino. Un’identità che dovrà essere per forza di cose, nonostante tutto, feroce e ambiziosa.
Verso Avellino-Potenza
Spostare una necessità dal piano ideale a quello pratico non è mai semplice. A maggior ragione se il primo ostacolo in questo percorso di riappropriazione di sé si chiama Potenza. Nomen omen, sostenevano gli antichi. E infatti la formazione di Colombo è una squadra forte ed esperta, di sicuro un osso duro per l’Avellino.
Al netto di un rendimento in trasferta sin qui deficitario, la formazione lucana vanta nel suo organico profili di sicuro affidamento per la C – in primis bomber Caturano -, che in una sfida dagli equilibri precari come quella del “Partenio-Lombardi” possono costituire un fattore di non poco conto.
Pazienza, dal canto suo, sa di avere altrettante armi a disposizione per fronteggiare gli avversari. Una fra tutte, appunto, l’abilità nei match casalinghi: nelle ultime 5 gare tra le mura amiche – 6 con la Coppa Italia – le sue squadre hanno subito appena 2 gol, ottenendo 5 vittorie. Un’arma importante, da affiancare ad altre, su tutte l’auspicabile ritrovato feeling con il gol della nuova coppia d’attacco.
Gori si prende l’attacco
La coppia titolare scelta per domani rappresenta infatti un inedito dal 1′. Al fianco del confermatissimo Sgarbi, apparso in grande spolvero nelle ultime 3, Pazienza schiererà infatti Gori, preferito a Marconi per sostituire Patierno.
Reduce dal primo gol biancoverde in Coppa, l’attaccante scuola Fiorentina ha mostrato in questo avvio di stagione maggiori segnali di vivacità rispetto all’ex Sudtirol e avrà ora l’occasione per scalare ulteriormente le gerarchie del reparto.
Con Patierno fermo ai box, infatti, al momento è ipotizzabile che lo slot da numero 9 sia una questione tra il classe ’99 e Marconi. Contro il Potenza, dunque, Gori può legittimare la titolarità e prendersi sulle spalle l’attacco biancoverde. Riannodando così i fili con un passato, quello nelle giovanili viola, che lo vedeva a tutti gli effetti come un talento validissimo, di sicuro uno che per la C può e deve costituire un lusso.
Effetto amarcord
Proprio sulla scia del suo passato, caratterizzato da caterve di gol, Gori vuole scrivere il primo capitolo del suo romanzo in Irpinia. A dargli una mano, da questo punto di vista, è la cabala.
Contro il Potenza, infatti, il numero 35 dei lupi ritroverà da avversario il portiere Manuel Gasparini, estremo difensore cresciuto nel settore giovanile dell’Udinese, sua vecchia conoscenza.
Nella stagione 2017-2018, infatti, Gori ha già sfidato e battuto il giovane portiere, per l’esattezza in un Fiorentina-Udinese 3-1, gara indirizzata proprio dal momentaneo pareggio – su un bel colpo di testa – dell’attuale centravanti biancoverde.
Un precedente favorevole, un buon auspicio che aumenta di valore di fronte ad un’altra considerazione. Domani sera Gori ritroverà anche l’ex biancoverde Raul Asencio, suo avversario nella passata stagione nel derby Reggina-Cosenza.
Ed è proprio in quella partita, con entrambi in campo dal 1′, che lo scorso anno Gori trovò il primo gol in campionato con la maglia amaranto. Corsi e ricorsi storici ed effetto amarcord per una rincorsa alla leadership nel reparto offensivo dei lupi. Gori va di fretta e vuole riprendersi ciò che sa di poter fare suo.