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Gravina e la ripresa del calcio: “Ci sono correnti contrapposte, deciderà il Governo”

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato del futuro del calcio italiano durante la trasmissione Che Tempo Che Fa condotta da Fabio Fazio. E sulla necessità che il calcio torni ad essere protagonista, è stato chiaro, ammettendo le difficoltà evidenti in questo momento particolare di emergenza sanitaria “In questo momento ci sono due gruppi apparentemente contrapposti: la corrente di pensiero di chi ritiene che si debba chiudere tutta l’attività sportiva, e l’altra, che io porto avanti di continuare. Se invece il Governo le desse lo stop? Questa è una responsabilità che lascio a loro. Io personalmente sì, accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia. Il calcio italiano non è un settore che vive in maniera separata rispetto alle altre categorie del Paese. Chiedo di essere considerato come movimento d’impatto socio-economico per il paese alla pari di ogni altro settore. Il calcio muove 5 miliardi di euro: siamo preoccupati perché se il calcio non riparte ha un grande impatto negativo per il futuro. L’ipotesi di chiudere l’ha presa in considerazione? No, non posso. Una scelta di questo tipo comporterebbe responsabilità di una gravità inaudita: non posso essere il becchino del calcio italiano. Difendo il movimento calcistico, ma in generale quello sportivo. Non capisco la resistenza nell’avviarne una valorizzazione”.


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