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Dell’Anno: “La società ha in mano un gioiello, contento per lo scudetto. Campagna abbonamenti per avvicinare i giovani”

Aria di festa ancora in casa Avellino. Questo pomeriggio la squadra ed alcuni membri dello staff hanno ricevuto il secondo abbraccio dalla tifoseria dopo la vittoria della poule scudetto. Durante i festeggiamenti, Mario Dell’Anno, storico leader della Curva Sud, racconta, alla nostra redazione, della sua idea per il futuro dell’Avellino Calcio: “Sono molto contento del secondo traguardo raggiunto, sicuramente aver vinto lo scudetto e la possibilità di vederlo sulla prossima maglia dell’Avellino genera entusiasmo. Un entusiasmo che non va trascurato dalla società che deve mettersi fin da subito a lavoro per garantire un campionato di Serie C all’altezza. L’Avellino non ha mai avuto un tricolore sulla propria maglia e sono orgoglioso di quanto avvenuto domenica. La società sa bene che fra le mani ha un gioiello, non è da tutti muovere 6000 persone per una finale spareggio a Rieti, valida per la Serie C. I tifosi avellinesi sono abituati ad altri palcoscenici e lo hanno dimostrato abbondantemente. La denominazione ricordo, Us Avellino, sarà a disposizione della società dal 5 luglio come previsto dall’accordo.

Mi auguro che si parta con una campagna abbonamenti di livello, che avvicini sempre più gente allo stadio, cercando di evitare prezzi troppo alti per questa provincia. Sarebbe bello veder una politica volta ad avvicinare i giovani ai gradoni dello stadio Partenio e sarebbe altrettanto bello veder una politica abbonamenti che prende in considerazione le famiglie numerose, che non possono permettersi esborsi troppo onerosi; questo vale anche per la politica dei biglietti durante la stagione.

Siamo a lavoro per far la festa dell’Avellino presso il parco Manganiello (ex Santo Spirito) come vuol la tradizione. Vogliamo avvicinare tutti i giovani della città, è fondamentale per chi ama il calcio avvicinarsi alla squadra della propria città e noi con questa iniziativa abbiamo l’obiettivo di avvicinare i giovani rimasti, come fattore aggregante, data l’aria di apatia che si respira in città.”

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