Il nuovo direttore sportivo dell’Avellino Vincenzo De Vito si presentato in conferenza stampa alla piazza biancoverde.
“Da parte mia c’è molta emozione perché dopo 4 anni sono tornato in uno stadio nel quale si sono viste tante partite belle. La promozione in B e la semifinale col Bologna, nonostante persa, si è fatto qualcosa di importante. Si è cercato di fare il meglio possibile. L’emozione ci sta per due motivi: il primo è sicuramente essere arrivato qui, sono felicissimo. Devo tutto all’Avellino, se non avessi nel 2010 accettato Avellino ora non so se avremmo potuto parlare di tutte le cose che Avellino e De Vito hanno fatto, cose buone e cose cattive. Il motto che porteremo io e il mister sarà quello di sbagliare il meno possibile. È la squadra più forte che io abbia mai avuto, penso che si possa fare bene. Squadra forte con elementi di valore e con ragazzi che possono fare la differenza, in alcune partite si è evidenziata molta sfortuna. Penso che si possa fare bene, non ho mai avuto la possibile di avere giocare dove li volevo come Di Gaudio o come Maniero o come Dossena. Sono convinto dell’ottimo lavoro che è stato fatto, però nel calcio pagano sempre i direttori. Bisogna esseri seri e questa squadra può fare bene. Vinci se hai voglia.
Sul suo rapporto con l’Avellino: “Non ti puoi legare al territorio per sempre. Fare esperienze con club importanti mi ha completato. Farò di tutto per evitare di sbagliare. È una strada lunga e tortuosa che inizia ora e il presidente ha avuto una linea di credito. Sono molto fiducioso, Avellino è qualcosa di unico e non si può spiegare cosa sono i tifosi dell’Avellino. Per noi rappresentano una marcia in più.
Sulla squadra che intenderà creare: “Cercherò di abbinare, di fare un giusto mix. Credo molto nelle sinergie con le proprietà. Bisogna valutare anche l’aspetto emotivo perché Avellino è una piazza importante. Un conto è giocare qui, un conto è giocare in altre piazze. Avellino il giovane va inserito e va aspettato.
Sul fallimento: “Fui vittima e non carnefice, persi la B. Non penso di aver avuto responsabilità di alcun tipo. Lottammo fino all’ultimo per far si che il tribunale accettasse. Sono stato l’ultimo a venire qui il 9 agosto e a piangere. Sono stato felice per il campionato di D vinto.
Sulla famiglia D’Agostino: “Con loro la società è arrivata al massimo, l’Avellino è considerata una delle società più importanti. Avere una proprietà così fa onore alla provincia”