213 giorni sono un’infinità. Un arco di tempo lungo e intenso, nel quale fare i conti con una mancanza può essere davvero faticoso. Lo sanno ad esempio i tifosi, che in questi mesi dolorosi, segnati dalla gravità della pandemia, hanno dovuto rinunciare alla propria squadra del cuore, stando lontani dagli spalti e dal calore che li contraddistingue. Nello specifico i tifosi dell’Avellino sono rimasti fuori dal Partenio per 213 lunghi giorni, come si diceva, ma domani potranno – in via del tutto eccezionale – riabbracciare quei gradoni e vivere di nuovo l’atmosfera da stadio.
Chiaramente ci saranno soltanto 685 spettatori, nei limiti consentiti e nel rispetto delle norme anti-contagio. Nulla a che vedere con i numeri che un simile momento e una partita come quella di domani, il derby con la Casertana, avrebbero partorito. Ma si tratta pur sempre di un simbolo, di una parvenza di normalità, solo temporanea purtroppo, che regalerà di sicuro un apporto di tifo significativo alla squadra.
Sono passati 7 lunghi mesi dall’ultima volta in cui il pubblico ha fatto da cornice al Partenio. Era il 26 febbraio, l’Avellino era ancora nelle mani di Circelli e la situazione era tutt’altro che mite. Quel giorno i biancoverdi vinsero 1-0 con un gol di Albadoro, raccogliendo l’ultimo grido di passione dagli spalti. Da quel 26 febbraio sembra passata un’era geologica, tutto è cambiato, in società, in campo e nella vita di tutti i giorni.
L’Avellino di Braglia è una squadra tosta, gagliarda, combattiva. Una squadra con le caratteristiche giuste per infiammare il Partenio e inorgoglire i tifosi. Domani i ragazzi avranno solo un piccolo assaggio del valore del pubblico biancoverde e di quanto il suo calore possa rappresentare un fattore. Sarà solo una dolce illusione, ma dopo 213 giorni avrà il sapore di una boccata di ossigeno.