Lucarelli ribalta in extremis la Vibonese e si traveste da Beethoven. La nona sinfonia rossoverde è stata però meno armoniosa rispetto alle precedenti. L’assenza di Falletti e qualche strumentista stonato hanno mischiato le carte, ma alla fine l’enorme qualità e profondità della panchina ha rimesso sul pentagramma le note giuste. Tanti complimenti vanno però sicuramente all’avversario. La Vibonese di Galfano, con tante assenze e con un 3-4-3 inedito ma ordinato e compatto, ha spaventato per ampi tratti della gara la capolista. Furia agonistica ed anche giocate di qualità (molto bravi Rasi e Berardi), per una squadra che meritava sicuramente di raccogliere di più in una partita giocata al limite della perfezione. A condannare i calabresi gli ultimi dieci minuti, vissuti in apnea dopo aver speso praticamente tutte le energie nella precedente parte dell’incontro. A casa a mani vuote, con la consapevolezza però di potersi togliere belle soddisfazioni non appena l’organico tornerà al completo.
Alle spalle della capolista si scinde la coppia delle inseguitrici, con il Bari che stacca il Teramo di due punti. Auteri, dopo le polemiche della vigilia su presunti favoritismi verso la Ternana, ha piegato con merito il Catanzaro facendo valere al meglio la legge dell’ex. A fare la parte del leone ancora una volta Antenucci, decisivo con l’ennesimo colpo da biliardo della sua fantastica carriera. Poche recriminazioni sul fronte giallorosso. Calabro è stato troppo rispettoso dell’avversario, limitandosi ad una gara accorta e nulla più per un’ora abbondante. La reazione finale è stata sicuramente tardiva e non ha prodotto i risultati sperati. Il Teramo ha risposto allo scatto del Francavilla portando via un punto dal campo dei pugliesi. La squadra di Paci, in difficoltà per buona parte della prima frazione, ha giocato molto meglio i secondi quarantacinque minuti di gioco. Fermandosi però davanti alla bravura di Crispino. Il numero uno pugliese in più occasioni ha fermato i tentativi biancorossi, regalando ai suoi il terzo pareggio consecutivo.
Ritorno in campo amaro per l’Avellino di Piero Braglia. Dopo il Catanzaro, al Partenio-Lombardi banchetta anche il Catania di Raffaele. Uno che al Partenio non mette piede, era assente anche nella scorsa stagione quando guidava il Potenza, ma che alla fine scorge sempre il numero tre sulla tabella di marcia delle sue squadre. In casa biancoverde, dopo tanti giorni di stop e di problematiche varie, gli alibi sicuramente non mancano. Oltre a questo però bisogna fare un’analisi più profonda. Dopo l’ottimo avvio di stagione, la formazione irpina si è persa. Poca cattiveria, poco furore agonistico. L’assenza di un regista in mezzo al campo che condiziona, soprattutto in casa quando bisogna condurre le danze e fare la partita. L’unico sorriso viene da Maniero, tornato subito pimpante dopo il mese forzato di pausa agonistica.
Chiusura sulle tante polemiche degli ultimi giorni. In tanti vorrebbero fermarsi, sottolineando che tutto quello che si sta vedendo a poco a che fare con il calcio. Altri spingono per andare avanti, per fare poi valutazioni attente più in là. Tutti quanti noi dobbiamo metterci in testa che quest’anno il direttore d’orchestra è il Covid. E’ lui che gestisce il tutto. Nel gioco dell’oca a cui somiglia questo campionato, bisogna tirare i dadi e sperare di finire nelle caselle giuste. Fin qui qualcuno è stato più fortunato di altri, ma tutto potrebbe cambiare in un battito di ciglia.