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Un’altra pagina nel libro della storia

Storia. Dobbiamo, ancora una volta, scomodare un termine così importante per descrivere una partita della Scandone Avellino 2015\16. Non bastano le volte in cui abbiamo usato (o abusato) di questa parola durante la stagione, perché Sacripanti e i suoi ragazzi non vogliono smettere di essere la squadra del destino. Non sono bastate le 12 vittorie consecutive, non è bastato un girone di ritorno da 13 vittorie e 2 sconfitte, non è bastata la finale di Coppa Italia, non è bastato il cappotto a Pistoia nel primo turno di play off, non è bastata la prima vittoria di sempre in una semifinale scudetto: tutti momenti di una stagiona che assomiglia sempre di più di un libro di storia (per l’appunto) e che da ieri sera ha aggiunto un’altra pagina, perché mai nessuno aveva rifilato 43 punti di scarto ad un avversario in una partita di semifinale play off. E’ difficile commentare, dal punto di vista tecnico, una partita che non c’è mai stata. L’improvvisa assenza di Acker non ha scalfito le certezze di una Scandone che è stata superiore in tutto: approccio, fisicità, agonismo, solidità mentale, letture tattiche, tenuta fisica. Se a questo si aggiunge un PalaDelMauro sold out, mai visto tanto coinvolto neanche nel 2008, i 43 punti di scarto, paradossalmente, sono il minore dei mali per la Grissin Bon e Menetti lo sa bene. In conferenza stampa ha provato a sdrammatizzare, parlando di una partita non giocata che non avrà contraccolpi ma, in campo, gli occhi e il linguaggio del corpo suo e dei suoi giocatori dicevano ben altro: sguardi che non si incrociavano, tante discussioni, nervosismo a fior di pelle anche in giocatori di (comprovata?) esperienza come Aradori e Gentile, una squadra costruita per giocare partite in questi climi, totalmente alla mercé di Nunnally e compagni e di oltre 5000 persone in totale trance agonistica. E’ vero: in una serie play off, vincere di 1 o di 40 non cambia niente e alla fine quello di ieri è solo il punto del 2 pari. Sacripanti è stato ben chiaro e sa che bisogna espugnare il PalaBigi per andare avanti, ma sa anche che gara 4 ha lanciato un messaggio chiaro non solo a questa serie, ma anche a Milano e Venezia: Avellino ne ha ancora e vuole scrivere altre pagine da inserire nel suo libro di storia.

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