C’è molto di più di una vittoria per il terzo posto, nella partita vinta dalla Scandone contro Cremona. Seppur decisivo per la classifica, il match contro la squadra di Cesare Pancotto ha dimostrato come Green e compagni stanno crescendo e diventando una “grande” e questo, per alcuni versi, è ancora più importante della vittoria e dell’attuale piazzamento in graduatoria. Arrivare terzi, anziché quarti, è motivo di prestigio ed orgoglio per chi ha giocato una stagione da record, per i tifosi che possono finalmente tornare a gonfiare il petto dopo stagioni piene di negatività e per una proprietà che vede premiata i propri sforzi da tanto tempo, ma a livello sportivo cambia ben poco. Cambia, e tanto, il modo in cui questa squadra sta imparando ad affrontare le partite e gli avversari, salendo di livello quando necessario e prendendo sempre più confidenza dei propri mezzi e anche dei propri limiti. La Scandone ha schiantato Cremona giocando due partite in una, dimostrando, ancora una volta, una forza mentale ed una capacità di entrare sotto pelle agli avversari quasi diabolica. Dopo un primo tempo da play off per l’intensità e la fisicità messa in campo dalle due squadre, in cui i biancoverdi hanno prima tenuto botta e poi hanno strappato in maniera decisiva grazie al lavoro fatto in difesa e a rimbalzo offensivo, la Scandone ha “raffreddato” la partita nel secondo, non permettendo ai lombardi di rientrare neanche per provare a difendere il +6 maturato nella gara di andata, riuscendo ad affrontare sempre con grande lucidità tutti i quintetti proposti da Pancotto per cercare la rimonta (i quattro piccoli del quarto periodo battuti mettendo sempre la palla vicino a canestro come dimostra il 7/9 da 2 tirato negli ultimi 10 minuti dai biancoverdi). E tutto questo dopo la sconfitta di Torino che poteva lasciare qualche strascico in un gruppo che si è trovato a “gestire” una sconfitta dopo oltre 3 mesi e prima della partita più importante della stagione. Il terzo posto è un premio all’incredibile lavoro svolto da coach Sacripanti e da questi ragazzi ed è giusto difenderlo per i restanti 120 minuti di regolar season. Ma, ancora più giusto, è sfruttare le tre partite che mancano per continuare a crescere come intensità e capacità di soffrire per far si che il sapore dei play off sia dolce come quello di ieri.