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Scandone, i dipendenti incontro Festa che lancia l’ultimatum: “De Cesare dica la verità”

Il tempo stringe ed il 2 settembre si avvicina. Dalle voci emerse nelle ultime ore la Scandone sarebbe al passo d’addio con la proprietà Sidigas intenzionata a mettere in liquidazione il club vista la cospicua mole della massa debitoria nei confronti dell’Erario e non solo. Patron De Cesare continua a non fare chiarezza in maniera chiara e alla luce del sole.

Ieri a Palazzo di Città il Sindaco Gianluca Festa ha ricevuto i dipendenti del club cestistico (guidati dal Direttore Sportivo Nicola Alberani) che – a quanto pare – avanzano anch’essi delle mensilità arretrate. Il primo cittadino di Avellino ha rimarcato la sua posizione chiedendo che lo stesso De Cesare esca allo scoperto: “Ho incontrato i dipendenti della Scandone e ritengo sia opportuno da parte del direttore sportivo, Nicola Alberani, proporre quantomeno l’ingaggio del coach per la prossima stagione. Questo potrebbe essere il momento per comprendere le eventuali intenzioni della proprietà: se vorranno continuare a fare basket con la Scandone dovranno dare seguito all’eventuale proposta del direttore sportivo. Se hanno cambiato idea, invece, dovranno dirlo alla piazza motivando, ovviamente, la propria scelta. Attendiamo comunicazioni ufficiali.” E’ il pensiero espresso agli organi di informazione e lo stesso  Festa ha poi aggiunto: “È incomprensibile assistere alla partenza del calcio e non a quella del basket. Le condizioni dei due club sono abbastanza simili, attendiamo dichiarazioni ufficiali da parte di De Cesare o di Mauriello. L’intenzione è far sì che, finalmente, si faccia chiarezza.”

Sull’ipotesi di una wild card che possa tenere in piedi la pallacanestro ad Avellino nel campionato di serie B, Gianluca Festa apre all’ipotesi ma senza dimenticare il proprio impegno nel provare a salvare settantuno anni di storia della Scandone: “Finché potrò lottare per mantenere in vita la SS Felice Scandone lo farò. Se dovesse morire, oltre a morire un pezzo di storia della città e di tutti coloro che hanno vissuto, in modo diverso, questi anni, ne prenderemo atto e spereremo nella nascita di un nuovo soggetto. Ma la Scandone sarebbe morta e con lei la sua storia.

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