Fermatevi e ragionate. E fate chiarezza ai tifosi e stampa su cosa realmente stia accadendo in queste ultime settimane. Quella andata in scena ieri sera é stato uno spettacolo sportivo indegno nei confronti di una città ed una provincia che da sempre supporta ed incita i colori biancoverdi della Sidigas Scandone Avellino. Adesso si é andato oltre i limiti dell’accettabile. All’Allianz Dome la squadra di coach Vucinic non é mai scesa in campo ma é stata protagonista di uno scempio assoluto col 110-64 finale. Formazione svogliata che non ha mai tentato una reazione capace di far impensierire gli avversari. La sensazione venuta fuori é di una sfiducia dei giocatori nei confronti del piano tecnico. Trieste ha letteralmente passeggiato sui lupi oltre a giocare con maggior mordente e grinta spinta dalla carica dei suoi supporters. Lo stesso Vucinic fatica a spiegarsi come si possa perdere cosí: il punto é che questo allenatore non riesce a dare una impronta psicologica al gruppo. Norris Cole e Caleb Green sono i simboli di questa crisi, due confrofigure dei giocatori che hanno inciso positivamente nelle prime uscite stagionali. I due elementi verrebbero indicati come i più pagati all’interno di un roster con troppa differenza tecnica tra starting five e panchina. L’aggiunta di Patric Young non risolve i limiti delle seconde linee biancoverdi in cui Sykes é ancora inesperto a questi livelli per essere un reale fattore da sesto uomo mentre di Campani non se ne conosce quale sia la reale utilità se viene preferito a Spizzichini (a cui va riconosciuto di applicarsi malgrado non sia un crack per la categoria) anche dopo aver recuperato dall’infortunio. C’é da capire cosa potrá dare Campogrande anche nelle gare in cui D’Ercole avrà polveri bagnate al tiro. Di questo passo si rischia di compromettere con l’avvento del 2019 una stagione sportiva ancor prima che essa giunga al suo momento apicale. Il patron De Cesare e il Direttore Sportivo del sodalizio cestistico Nicola Alberani diano le spiegazioni dovute con una conferenza stampa. Sono i promotori di questo progetto le cui basi iniziano a scricchiolare e che rischia di rivelarsi deleterio. A partire da un allenatore che non si sta rivelando all’altezza della situazione ma la cui scelta è stata avallata da mister Sidigas che in estate lo ha preferito a Max Menetti col quale l’accordo era stato trovato in toto. Una mossa che ha spinto lo stesso Alberani a rifugiarsi nel trainer serbo, suo amico di vecchio corso. Una scommessa del diesse forlivese – con pieni poteri dopo il rinnovo triennale siglato in estate – che di cosiddetti nomi (vedi Cole, Green e Nichols ) ne ha portati in Irpinia anche quest’anno ma é l’amalgama che manca così come un vero spirito di squadra. Le sole individualità non bastano. Adesso serve correre ai ripari. E De Cesare e Alberani sono chiamati a farlo perché é da loro che é nato questo progetto. Servono correttivi efficaci, non solo giocatori presi dal mercato. Perché in questa Sidigas Scandone vista nelle ultime settimane ci rifiutiamo di identificarci.
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