Irpinia malata di scommesse: la nuova casta del gioco d’azzardo
Il popolo italiano si conferma dipendente dal gioco d’azzardo, battendo ogni record europeo, ed ogni anno la statistica di giocate è in aumento.
L’Italia, dal Friuli alla Sicilia, soffre di ludopatia. Per ludopatia (o gioco d’azzardo patologico) si intende l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse.
95.000.000.000 di euro spesi nel gioco, novantacinque miliardi di euro spesi dagli italiani tra slot machine, videolotterie e scommesse. Il 4,7% del Pil Italiano, 7,9 miliardi al mese, 260 mln al giorno, circa 11 mln l’ora, 181 mila euro al minuto; cifre da far girare la testa a chiunque.
Ma bisogna far molta chiarezza su questi dati che possono sembrare fuorvianti.
Questi 95 miliardi di euro sono soldi giocati, ovvero l’insieme delle puntate, se andiamo ad analizzare il giro delle vincite pari a 76 miliardi di euro, rimaniamo con19 miliardi di euro che rappresenterebbero la vera spesa di gioco degli italiani, cioè poco meno del 1% del Pil nazionale.
La Corte dei Conti, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato, ha espresso più di un dubbio sull’attuale andamento dell’utile erariale. Ebbene, nell’ultimo quinquennio, nonostante l’aumento esponenziale del flusso di giocate, parliamo di 27 miliardi di euro cioè tradotto in un +44%, l’utile ha segnato un drastico crollo, segnando quota meno -300mln di euro, cioè il -4%.
Questi dati evidenziano la formazione di una nuova casta nell’assetto economico italiano, con una tassazione favorevole, basti pensare che attualmente le società del gioco d’azzardo pagano una mini tassa pari al 5,5%, e pensare che fino al 2011 era solo del 2%, le slot machine attualmente sono tassate al 17,5% (2016), il 13% nel 2015.
Andando nello specifico scopriamo che la situazione in Irpinia non è diversa dal resto d’italia, anzi presenta qualche preoccupante dato. La diffusione di sale da gioco sta aumentando del 32%, anche se in lento ridimensionamento questo dato, la sola provincia beneventana presenta una crescita del 2,3%, con un flusso di giocate annuali che oscillano fra i 400 e i 500 mln di euro, per una media di spesa pari a 840 euro per abitante, dati allarmanti che devono trovare un ridimensionamento con un intervento deciso da parte delle amministrazioni che non devono sottovalutare la problematica sociale.
L’esecutivo della Camera dei Deputati avverte che il 2,2% dell’intera popolazione è da considerarsi come soggetti particolarmente vulnerabili al gioco d’azzardo.