Per la rubrica La penna ospite, in cui vi proponiamo una breve intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria di turno dei lupi, abbiamo sentito il collega Leonardo Pacini, redattore del sito NewTuscia ed esperto delle vicende di casa gialloblù.
Il pareggio ottenuto in inferiorità numerica al “Liberati” di Terni ha dato grande consapevolezza alla Viterbese. Che squadra è quella di Maurizi? Che campionato bisogna aspettarsi dai gialloblù?
Il pareggio contro la Ternana ha dato grande consapevolezza e forza morale a questa squadra. Ce n’era bisogno, visto che si parte con qualche incognita dovuta al cambio di allenatore e ad alcuni cambi dirigenziali importanti. È andato via il diggì Diego Foresti, che si è accasato a Catanzaro ed era un importante punto di riferimento. Ci sono stati dei cambi anche all’interno della rosa, quindi è tutto da vedere, ma il pari di Terni ha dato grande forza morale. La Viterbese parte probabilmente con la rosa più giovane dell’intera Serie C, nella prima giornata del girone C è stata la squadra con l’età media più bassa, intorno ai 22-23 anni, quindi questo potrebbe pesare negativamente in certi momenti della stagione. È una squadra che ama giocare dal basso, come vuole il suo allenatore, che non butta mai via la palla, vuole costruire e non speculare sull’avversario. È una squadra che non ha paura e in questo senso la giovane età potrebbe essere un vantaggio. Sulle prospettive di classifica il discorso è ampio. Con il presidente Romano c’è un progetto diverso da quello di Camilli. Certamente è una squadra che ha bisogno di pazienza ed affetto da parte dei tifosi. Si è parlato a volte di obiettivo Serie B, ma da raggiungere nell’arco di 2-3 anni. Siamo al secondo anno e la squadra è ancora lontana, specie in un girone come questo, da certi traguardi. La rosa è più forte dello scorso anno, ma obiettivamente non può andare oltre l’ottavo-nono posto, nella migliore delle ipotesi. Sarà tuttavia una stagione fondamentale e propedeutica alle prossime due, per vedere se l’obiettivo è davvero quello di costruire un progetto importante.
Quali sono i principali punti di forza della Viterbese? Su chi punterà Maurizi considerata anche l’assenza di Tounkara in attacco?
L’assenza di Tounkara pesa parecchio perché Mamadou è importante: è un calciatore che, se non fosse stato per il suo carattere, giocherebbe in Serie A. Considerando che il mister ama giocare con un 3-5-2 credo che in attacco ci sarà Rossi, partner di Tounkara sin dai tempi della Primavera della Lazio. Sono loro due i principali punti di forza dell’organico. Si tratta di due giocatori complementari: Rossi è forte fisicamente, mentre Tounkara è devastante in profondità. Domani accanto a Rossi giocherà Aimone Calì, un giocatore che abbiamo preso quest’anno, ex Primavera dell’Atalanta. Si è fatto notare in Eccellenza, dove è stato molto prolifico in termini di reti. È una scommessa che promette bene. Così come Simonelli, esterno destro che farà molto bene. Per il resto è una squadra giovane, dipenderà molto dalla coppia di centrocampo composta da De Falco e Palermo. Purtroppo sono stati colpiti entrambi dal virus e sono momentaneamente fuori. L’obiettivo playoff passa parecchio dai loro piedi.
Dopo un anno di transizione, l’Avellino si candida ad un ruolo da protagonista. Cosa ne pensi della squadra di Braglia? Quale giocatore ruberesti ai lupi?
Come ha detto il presidente Romano, l’Avellino è una squadra costruita per vincere. Ha una piazza importantissima, uno stadio bollente. È una squadra che con la C non ha nulla a che vedere e penso che farà un campionato da protagonista, anche se è ancora da completare a livello numerico. Credo che Braglia avrà bisogno di tempo per amalgamarla, ma è una squadra che punta in alto. Il giocatore che ruberei? Direi Maniero per esperienza e malizia, anche se la nostra coppia d’attacco sarà una delle più prolifiche del girone C. Ruberei anche Ciancio, in un ruolo in cui abbiamo al momento molti dubbi: alla Viterbese ci starebbe molto bene.