Taccone jr chiamò Gubitosa per la cessione, ma non sapeva di Ferullo e si dimise

Nessun fallimento di squadra. Quella è solo una scusa di facciata. la verità è che nemmeno Massimiliano Taccone sapeva dell’entrata di Ferullo in società. Tant’è che quella mattina furono lui e Michele Gubitosa a chiamare il notaio Giordano per sapere la verità. Purtroppo è così’. Arriveranno anche le smentite ma anche alla presenza di tifosi la situazione precipitò in un nulla. Perchè Gubitosa e Taccone jr avevano già raggiunto l’accordo. Una stretta di mano che permetteva a Gubitosa di rilevare il 100%, offrire una buonuscita vicina al milione di euro alla famiglia Taccone e una garanzia sui debiti vicina ai 7mln di euro (che poi si rivelarono a seguito di un controllo approfondito dei commercialisti di Gubitosa oltre 10mln, smentiti senza troppa convinzione da una intervista a Just Tv del revisore Lino Vuolo che in passaggio dichiarò che erano si 7 milioni di euro ma senza contare stipendi arretrati ed altre voci ndr). Anzi, fu proprio Massimiliano Taccone a chiamare Gubitosa, in presenza di una delegazione di tifosi, per chiedere un incontro definitivo per la cessione con il papà ancora in Portogallo. Ma lì probabilmente crollarono anche le certezze di Taccone jr che appurò, in prima persona, che Ferullo era già in società e che in qualità di direttore generale era stato tenuto all’oscuro di tutto. Purtroppo. Da qui la decisione di rassegnare le dimissioni volontarie poi accettate diverse giorni dopo dal padre. I fatti sono andati così. E stavolta va dato il giusto merito proprio a Massimiliano Taccone che durante la sua stagione è stato spesso in silenzio ma sempre vicino alla squadra. Con rispetto del ruolo del padre e del direttore sportivo Enzo De Vito. Silenzioso ma saggio, restio alle interviste, alle uscite plateali. Glaciale anche nelle decisioni e nei rapporti con i calciatori. L’addio al calcio al fianco del padre è stata scelta dolorosa. Ma non è escluso che possa ricevere incarichi presso altre società professionistiche.