Final Eight 2018 – Italiani e americani di qualità: la Vanoli sogna il colpo a sorpresa
La Vanoli Cremona è ormai una consolidata realtà del basket italiano, essendo giunta alla nona stagione consecutiva nella massima serie. Non da poco, soprattutto in virtù del fatto che la società è stata fondata nel 1999, l’anno in cui, per fare un paragone con la Scandone Avellino, gli stessi irpini iniziavano il campionato che avrebbero vinto, quello della storica promozione in Serie A.
Per la verità i lombardi erano retrocessi sul campo al termine della passata stagione sotto la guida di Cesare Pancotto prima e dell’avellinese Paolo Lepore. Il fallimento della Juve Caserta, però, ha spalancato ai lombardi la porta del ripescaggio, proprio come avvenne all’allora Air Avellino al termine del campionato 2005-2006 quando fu Roseto a fallire.
La dirigenza capeggiata dal presidente Aldo Vanoli (imprenditore del settore della ferramenta) ha risposto in maniera adeguata alla nuova ed inattesa sfida: oltre ai tesseramenti degli esperti cugini Travis e Drake Diener, è arrivato l’italiano Michele Ruzzier, ex Venezia e Fortitudo ed è stato rinnovato il contratto ad un giocatore importante come il play USA Darius Johnson-Odom. L’acquisto più importante, tuttavia, è stato compiuto in panchina, dato che l’incarico di allenatore è stato affidato nientedimeno che a Romeo Sacchetti, autentico totem degli allenatori italiani, già campione d’Italia con la Dinamo Sassari nonchè fresco di nomina federale come head coach della Nazionale italiana.
L’allenatore di origini pugliesi è l’autentico valore aggiunto di una squadra già più che discreta: il suo è un basket frizzante fatto di corsa, tiro, fantasia, in cui i giocatori sono chiamati a esprimere liberamente le loro qualità seguendo la filosofia run and shot (corri e tira), e spesso ricorrendo a quintetti “piccoli”, con lunghi capaci di tirare anche da tre punti.
Questa tendenza è pienamente rispecchiata nelle statistiche offensive della sua Vanoli: è la quarta squadra della Lega per punti realizzati, 82,3 a partita (la Sidigas è seconda a quota 84), ed è la seconda per percentuale realizzativa da tre (36,2); in quest’ultima statistica sono preceduti proprio dalla Sidigas. Cremona, comunque, non si limita solo alla metà campo offensiva; anche se è una delle squadre che subisce più punti (81,2), mostra buone qualità nel rubare palla, facendo registrare una media di 15,7 palle recuperate a partita, più di chiunque altro. Questo dato rende l’idea di una squadra che tende a cercare l’anticipo in difesa esponendosi dunque al rischio di prendere canestri facili ma, allo stesso tempo, cercando con costanza fast breaks in contropiede.
Tra le individualità della Vanoli Cremona spicca sicuramente quella di Johnson-Odom, il giocatore di maggior talento presente nel roster di Sacchetti. L’americano classe 1989 viaggia ad una media di 18,1 punti a partita, con 3,7 assist, con oltre il 40% di realizzazioni da tre. E’ sia l’uomo che detta i tempi del gioco di tutta la squadra sia il leader chiamato a segnare i canestri più pesanti, un autentico go-to-guy. Henry Sims, l’unico vero centro della formazione gialloblù, non sta certo sfigurando, confermandosi un lungo di buon livello (non a caso passato anche per l’NBA): per lui oltre 10 punti con oltre 6 rimbalzi a partita; l’ala Kelvin Martin, 14 punti di media-gara, è alto “solo” 1,95 ma possiede buone doti nel salto e nel senso della posizione che gli permettono di dare una grossa mano nel gioco interno, attestandosi oltre i 6 rimbalzi di media-gara. Un altro dei dogmi sacchettiani, la duttilità, sembra sposarsi appieno con le caratteristiche di quast’ultimo atleta.
Oltre ad un parco americani di tutto rispetto, Cremona dispone anche di italiani validi e motivati, in quanto allenati dal C.t. azzurro e, dunque, consapevoli di poter entrare nel giro della Nazionale. Le prestazioni del play Ruzzier, e delle ali forti Giulio Gazzotti e Giampaolo Ricci (mattatore della partita di campionato tra Cremona ed Avellino) fino ad ora sono state convincenti ed hanno dato alla Vanoli quel quid in più necessario per terminare nella prima metà della classifica. La ciliegina sulla torta, in questo senso, è rappresentata dall’ingaggio a campionato in corso di Simone Fontecchio. Il cestista di scuola Virtus Bologna ha debuttato proprio nella gara contro la Sidigas, e si è rivelato, sia in quella singola gara sia nel prosieguo della stagione, un autentico valore aggiunto; in 9 partite, ha giocato mediamente per 26 minuti, totalizza 12 punti a partita, e prende 4 rimbalzi: un esempio di all-around player come raramente se ne vedono in Italia.
La Vanoli Cremona, insomma, è una squadra ostica, non a caso definita da molti la “mina vagante” della Serie A. I ragazzi di Sacchetti hanno dimostrato di potersela giocare alla pari con tutti: Avellino ne sa qualcosa,essendo stata battuta nella partita d’andata del campionato al PalaRadi lo scorso 10 dicembre col netto punteggio di 86-73. I campioni in carica della Reyer Venezia, nell’ultima giornata disputata, sono invece riusciti a spuntarla ma solo al fotofinish e con tantissima fatica. Potrebbe essere anche questa una delle chiavi del match di Coppa Italia. Se la Sidigas ha passeggiato con Pistoia, Cremona ha consumato le sue energie nel confronto contro i lagunari, rischiando di farsi trovare in debito d’ossigeno nella partita coi lupi. La Sidigas non può far affidamento solo su questo ma, infatti, dovrà far pesare le debolezze dell’avversario, sfruttandole, per potersi così esaltare nei propri punti di forza.